POZZI da Spinetta

Giuseppe Pozzi, secondo e ultimo figlio di Carlo, operaio della Società Montecatini, di Giovanna Buffa detta Giannina donna di casa e maglierista a domicilio, nasce il 15 marzo 1930 a Spinetta Marengo, sobborgo di Alessandria..

La sua famiglia e' modestissima.

Il padre lavoratore onesto passa il suo tempo libero a spigolare legna, grano, granoturco, patate e quant'altro serve all'economia della famiglia.
La madre, considerata dal pittore donna intelligente e di rara sensibilita', si destreggia infaticabilmente sia come casalinga, sia come maglierista per migliorare il tenore di vita della sua famiglia.
Giuseppe, chiamato Beppe in famiglia e dagli amici, bambino attento e pronto, dotato di impegno vivace, manifesta precocemente la sua propensione per il disegno e l'arte.
Il suo primo maestro e' lo zio materno Sandro Buffa, affrescatore di chiese e giramondo, ma molto legato a sua madre.

Nel 1936, dopo aver frequentato mal volentieri l'asilo delle suore, Giuseppe Pozzi inizia il quinquennio di scuola elementare.
Sempre piu' spesso il maestro lo chiama a disegnare alla lavagna, avendone scoperto le doti.
Esegue in bianco e nero ingrandimenti di natura ritrattistica, specie di personaggi famosi a quell'epoca, che poi regala ai compagni in cambio di biglie e figurine.
Nel 1938 inizia un periodo triste e angoscioso perche' la madre scopre di essere afflitta da una grave malattia, probabilmente causata dalla polvere della lana che quotidianamente respira durante il suo lavoro. I suoi occhi sono tristi e spenti perche' prigioniero della paura, della preoccupazione, della solitudine.
In famiglia comincia a serpeggiare la miseria perche' la madre oltre a non poter lavorare, richiede controlli medici periodici e ricoveri frequenti.
La sorella Ines pero' gli e' molto vicina e sara' per lui una seconda madre.

Nel 1942 la madre muore, la situazione in famiglia e' catastrofica anche a causa della guerra che impedisce all'artista di completare il ciclo di avviamento professionale iniziato a suo tempo.
Il padre. gia' sconvolto dalla perdita della moglie, non si sente di esporre il figlio ai pericoli causati dai bombardamenti e dai disordini della guerra.
Il tragitto in bicicletta Spinetta-Alessandria risulta essere precario, per cui gli studi verranno interrotti.
Per sentirsi utile accetta di lavorare presso un laboratorio artigianale in paese.
Nel 1945 muore anche la sorella, perde cosi' anche la seconda mamma.
Questa esperienza di dolore inaudita e di sofferenza che la vita gli va proponendo, condizionerà per sempre la sua pittura perche' una vaga e soffusa malinconia mista a tristezza aleggerà in quasi tutti i suoi quadri.
Pero', pur toccando con mano le immense brutture del mondo, egli cerca di trovare la forza di reagire per consolare il padre, addossandosi il peso del dolore.
Nel 1947 per non essere di peso al padre, dietro domanda, viene assunto il 1 primo Marzo dalla Società Montecatini Edison con sede a Spinetta Marengo in qualità di analista chimico nel reparto colori.
Il destino viene cosi' a collegare la sua vena pittorica ed il lavoro.
Si trova cosi' qualche soldo il piu' in tasca che utilizza per acquistare tele, pennelli, colori, spatole e cornici, in modo da poter realizzare la voglia di dipingere che ha ereditato dallo zio materno Sandro Buffa.
Per riuscire a lenire i tristi ricordi esplica intensamente la sua attitudine disegnando e riproducendo cose, affetti, ed ingenue nature morte, paesaggi e ritratti che costituiscono prova di quella passione per l'arte che seguira' la sua vita.
Durante questi anni, sviluppa un particolare attaccamento a questi paesaggi al fine di diventarne un costante punto di riferimento per l’artista, determinando quella particolare attenzione alla tradizione ed al paesaggio contadino, i cui elementi, trasfigurati in simboli, affiorano nella spazio magico delle sue creazioni.
Nell'anno 1950 il padre si risposa anche con la sua approvazione.
Dopo i primi entusiasmi si accorge pero' che la matrigna e' di stampo completamente diverso da quello della madre.
Sono anni per Lui molto difficili perche' ai dissapori familiari si associa pure un dissidio con se stesso poiche' capisce che la sua arte denota una personalità ancora acerba. Ma il quadro la matrigna da lui realizzato in quel periodo denota gia' una sensibilità artistica non comune.

L'anno 1953 rappresenta l'inizio dell'esordio pubblico della carriera dell'artista, iniziando la partecipazione a mostre collettive.
I quadri di questo periodo, molti dei quali eseguiti a spatola, riflettono il suo stato d'animo tormentato e carico di rabbia.
Infatti i colori sono scuri e freddi con prevalenza del viola, ed i colpi di spatola sono decisi ma affrettati quanto intrecciati, e le sue figure hanno un velo crepuscolare e una commossa tristezza che rivelano nell'autore un senso di pena.
In questi frangenti ha l'occasione di conoscere diversi pittori fra cui Pietro Morando di cui diventerà amico, Panizza, Figini, Villa, Botta, gia' riconosciuti come classici contemporanei.
Nel 1959 partecipa ad Alessandria alla mostra concorso della qualificazione e dell'artigianato artistico giovanile ed ottiene il diploma premio Medaglia d'argento dorata, mentre nel 1960 espone sempre ad Alessandria alla seconda mostra di arti figurative ottenendo il primo premio per la sezione Pittura (esporra' anche negli anni successivi sino al 1964 e poi nel 1968 con l'opera Fiori).
Nello stesso anno e' presente a Roma in una mostra nazionale.
Il 1962 e' per lui anno molto pesante e cruciale.
In famiglia la convivenza si fa sempre piu' difficile anche a causa dei gravi disturbi di salute del padre, difficili da diagnosticare, si sente ancora piu' solo e disperato.
Ha pero' un grande spiraglio di luce quando conosce il maestro sardo Aligi Sassu, vincitore del concorso statale per l'esecuzione di una tempera sulla parte dell'aula magna della scuola elementare di Spinetta Marengo Annibale Caretta la cui costruzione era stata appena terminata.
Il giovane Pozzi segue quasi ogni giorno Sassu nel suo lavoro, insieme parlano di tante cose e diventano cosi' amici.
Addirittura ad opera quasi ultimata, Aligi chiede un suo giudizio ed egli dotato di spirito libero e sincero, risponde che non gli pare tanto ben finita in fondo sulla sinistra.
Ma per il maestro va bene cosi', salvo ricredersi quando dovrà rifarla come richiesto dal sovrintendente delle belle arti incaricato di effettuare un sopralluogo.
Intanto, come nell'anno precedente, anche nel 1962 e' fra gli artisti espositori alla mostra nazionale del Golfo di La Spezia.

Nel 1963 la svolta, si tratta di un anno speciale perche' conoscerà una giovane maestra di Quargnento, Maria Teresina, la donna che diventerà sua moglie e darà la svolta decisiva alla sua vita, in quanto lo incoraggerà sempre rendendolo un uomo diverso e PIU' fiducioso della vita, come attesta una lettera a lei indirizzata.


Sempre nello stesso anno, espone con forte motivazione in una personale insieme al pittore Arturo Figini a Valenza presso il Palazzo Pelizzari.


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Nel 1964 si prepara a fronteggiare altre quattro mostre personali molto importanti, a Savona ed a Albisola Mare con la presentazione del critico d'arte Remigio Cavanna, infine a Vigevano e Tortona, la sua pittura incomincia a percorrere nuovi sentieri.
Proprio ad Albisola con molto piacere ritrova Aligi Sassu.
Albisola in quell'epoca era il ritrovo dei pittori di tendenza e tramite il caro amico Sassu ha cosi' la fortuna di conoscere artisti come Lucio Fontana e Juan Miro'.
L'anno 1965 e' molto intenso per il pittore: si presenta per la seconda volta ai cittadini di Tortona con l'esposizione di una trentina di opere sempre presso il Salone Commercianti con molto successo.
La gioia dei successi ottenuti nelle mostre personali riesce, seppur in parte, a fargli dimenticare la perdita del padre avvenuta a Giugno dello stesso anno.
Nell'autunno dello stesso anno affronta con trepidazione ed ansia il pubblico della sua citta' Alessandria con la sua personale tenuta presso la Galleria d'arte di allora La Maggiolina. In quell'occasione viene presentato dal grande maestro suo amico Aligi Sassu.
La riuscita dell'esposizione sarà ottima con enormi consensi del pubblico e della critica.
La Maggiolina e' la prima galleria privata nata ad Alessandria nel 1954 su iniziativa del pittore Guido Botta e la sede si trovava presso il Palazzo Pedemonte all'angolo tra Corso Roma e Via Modena.



Nel 1965 ci fu una ampia rassegna dedicata agli artisti del novecento delle Province di Alessandria e Asti, e furono esposte oltre alle opere di Pozzi, anche quelle di altri pittori famosi come Carrà, Morando, ed altri ancora.
Fra i partecipanti del Concorso Premio Alessandria 1965 l'artista venne segnalato da una Commissione di esperti del Centro Artistico Internazionale di Varese tra quelli piu' meritevoli per la suggestività e perfezione dei lavori, nonche' per la freschezza del linguaggio creativo.


Il periodo compreso fra il 1966 ed il 1969 sono gli anni in cui, anche se continua a dipingere il piu' possibile, non compare in pubblico perchè sono tanti gli impegni familiari, tra cui la nascita del figlio Giancarlo.
E' del 1968 la divertente tempera raffigurante i personaggi di Walt Disney dipinta per lui a tutta parete nella sua cameretta.


Nel 1970 espone in una collettiva nei locali della Scuola Media di Spinetta Marengo, suo paese natale.

Nel 1971 in occasione della festa patronale sempre presso la scuola media di Spinetta Marengo ha luogo la sua prima personale che richiama l'attenzione dei suoi compaesani.

Particolarmente ammirata sara' l'opera titolata La tavola dei poveri.
Anche nel 1972 la mostra personale negli stessi locali dell'anno precedente, oltre alla partecipazione in Alessandria alla prima mostra di pittura estemporanea

Tra le opere esposte riscuote molto successo quella titolata Le Contadine.
Sempre nel 1972 e' da menzionare la sua personale ad Alessandria presso la Galleria Sormani.

Nel 1973 e 1974 consueta esposizione nei locali di Via Perfumo 1, oltre alla personale tenutasi a Vercelli presso la Galleria Incontro Artistico.
Tra i critici piu' affermati di quel tempo a suo favore spicca la figura del giornalista, scrittore e critico d'arte Pier Angelo Soldini già collaboratore del quotidiano La Stampa.
Anche nel 1975 rievoca a Spinetta i successi degli anni precedenti, in campo pittorico l'artista ha ormai raggiunto una personalita' indiscutibile, essendo riuscito a definire uno stile ed un linguaggio particolarmente inconfondibile

Il 1976 e' l'anno della mostra personale alla Galleria Valiani di Pistoia.


La presentano in catalogo il pittore Aligi Sassu ed il critico Pierangelo Soldini.
Questa esposizione rappresenta il suo ingresso nel circuito nazionale, infatti questo locale ancora oggi attivo, rappresentava uno dei luoghi prediletti dagli artisti di quel periodo.
Sempre nel 1976, ed ininterrottamente sino al 1984, si propone con le consuete edizioni della mostra personale in occasione della festa patronale di Spinetta Marengo.
Dal 1985 al 2001, oltre alla pittura anche la scultura e la numismatica diventano la sua ragione di vita. In particolare riguardo alle sculture il materiale più utilizzato diventa la creta, frutto della sua frequentazione con gli artisti di Albisola, seguita dal bronzo con cera persa e dal legno.
Nel 2002 viene convocato dal Presidente della Commissione Consiliare permanente politiche culturali del Comune di Alessandria per la verifica dell'autenticità della tempera del pittore Aligi Sassu sita presso la scuola elementare di Spinetta Marengo.
Nel 2004 la sua casa-studio viene classificata fra Le case famose da alcuni giornalisti del bisettimanale alessandrino Il Piccolo e considerata una vera e propria galleria.
In effetti la sua tecnica pittorica, decisamente inconfondibile, riesce a trasferire sulla tela personaggi e cose fissati nella mente attraverso una visione sfumata, quasi evanescente.
Quella di Pozzi E' una pittura personalizzata conquistata in anni di esperienza e di amore per la pittura intesa come interpretazione artistica di quanto lo circonda, siano esse cose, persone o personaggi.
Il modo di trasferire sulla tela quelle forme e quei colori rendono le sue opere uniche. Nell'anno 2005 una malattia cronica diagnosticata nel 1991, anche se curata in continuazione, inizia a compromettere la sua salute.
Nonostante CIO' accetta l'invito dell'assessorato comunale alla cultura del Comune di Alessandria a partecipare ad un trittico di mostre chiamate Minivisioni.


Dopo anni, anche in quel frangente la mostra ottiene ancora uno strepitoso successo e larghi consensi dalla critica.


Nel 2006 il suo stato di salute peggiora sensibilmente e le sue forze diminuiscono
Nel 2007 stimolato anche dalla critica riesce a portare a termine il suo ultimo quadro -I mungitori-, malgrado notevole sia stato lo sforzo in quanto fisicamente debilitato.
Negli anni 2010 e 2011, nonostante tutto tenta di organizzare senza riuscirvi una ultima mostra personale.
L'artista si spegne il 15 marzo 2012, giorno del suo ottanduesimo compleanno. Dopo la sua morte, nello stesso anno a settembre, su proposta del locale comitato della Pro Loco di Spinetta Marengo viene organizzata presso la sala E. Solvay una mostra antologica curata dal figlio Giancarlo, che riscuote un notevole successo tra gli appassionati di pittura contemporanea.



L'anno successivo, due delle sue opere vengono esposte presso il Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo nell'ambito della sesta rassegna "Arte in Santa Croce".

Nel periodo compreso fra il 2016 ed il 2020, la famiglia inizia la selezione del materiale necessario per la realizzazione e pubblicazione di un catalogo contenente una raccolta di alcune opere realizzate ripercorrendo la vita e la storia artistica del pittore.

Nel 2021 viene pubblicato il catalogo cartaceo che contiene i quadri della collezione privata.